Percorso di Italiano e Storia

 

Le radici culturali dell’agricoltura biodinamica, si devono al lavoro di Rudolf Steiner, lucido e instancabile conferenziere che introdusse il suo pensiero antroposofico nell’ambiente borghese romano con il sostegno della baronessa De Renzis. Ferma sostenitrice si occupò della traduzione dei testi di Steiner aiutata dal figlio Giovanni Colonna di Cesarò, politico, e dal poeta Arturo Onofri.

Storia

 

1.      Origini fatti e personaggi del pensiero antroposofico in Italia

 

Nella prima metà del Novecento le correnti spiritualiste  esercitarono un ruolo importante nella cultura italiana.

Unificate dall’avversione per il positivismo e una ricerca spirituale conciliabile con la scienza e la modernità, vi facevano parte  personaggi in vista della società italiana, spesso legati alla Massoneria. Si diffusero fino agli anni Venti quando trovarono la massima opposizione con l’emanazione delle leggi contro le associazioni segrete del 1925 e poi con la firma del Concordato tra Stato e Chiesa del 1929. L’evento dissolse e mise fine al variegato mondo dello spiritualismo italiano, le leggi finalizzate a sopprimere le logge massoniche del Grande Oriente d’Italia e la Grande Loggia, ostacolarono solo indirettamente l’operato non certo segreto delle società antroposofiche.

 

La diffusione in Italia dell’antroposofia risale al 1909, quando Rudolf Steiner visitò l’Italia sostando a Roma e tenne alcune conferenze a Palazzo del Drago  su invito di Elika del Drago, principessa d’Antuni. Qui Steiner ebbe modo di incontrare personalità che poi contribuirono alla diffusione dell’antroposofia in Italia. Terminata la Grande Guerra i maggiori divulgatori e interpreti di questo pensiero furono la poetessa per l’infanzia: Lina Schwarz (Milano),  il medico chirurgo Giovanni Romano Colazza,  il duca Colonna di Cesarò, sua madre la baronessa Emmellina De Renzis e il poeta Arturo Onofri (Roma ).

 

Protagonista degli ambienti antroposofici, ma anche personaggio politico  fu Giovanni Antonio Colonna duca di Cesarò., deputato dal 1909 con il partito radicale, antigiolittiano e sostenitore dell’entrata in guerra dell’Italia. Nel dopoguerra autorevole esponente del partito democratico sociale, nel 1922 ricopri l’incarico di ministro delle Poste del governo Facta e in quello di Mussolini. Si Dimise nel febbraio 1924 per l'impossibilità di partecipare alle elezioni del 1924 con il proprio partito. Controllato a vista dal 1925  in quanto fu tra i protagonisti dell’Aventino, venne indiziato quale mandante dell’attentato a Mussolini.

Dal 1930 ritiratosi completamente dalla politica si dedico insieme alla madre contessa De Renzis, e al poeta Arturo Onofri alla diffusione delle opere di Steiner in Italia.

 

Mussolini e il suo movimento non sembrarono contrari all’ambiente antroposofico, tanto che confermando nel 1922 l’onorevole Colonna come ministro delle poste, ed i seguaci di questa corrente di pensiero si illusero per un breve periodo di poter diffondere le loro teorie.

 

 

Arturo Onofri - Poeta

Arturo Onofri
Arturo Onofri

1.     Arturo Onofri– Poeta

 

Arturo Onofri (Roma, 15 settembre 1885 – Roma, 25 dicembre 1928) è stato un poeta e scrittore italiano, tra i massimi poeti metafisici del Novecento.

Biografia [1]

Nato a Roma nel 1885, dove visse fino alla sua morte che avvenne nel 1928, Onofri proveniva da una famiglia di origine borghese. Condusse sempre una vita tranquilla lavorando come impiegato alla Croce Rossa e dedicandosi all'attività letteraria che iniziò molto presto. Dal matrimonio con Bice Sinibaldi, nel 1916, nacquero Giorgio e Fabrizio Onofri, scrittore in proprio e sceneggiatore, di cui va ricordato il Sacco e Vanzetti (1970).

La formazione culturale [2]

Partecipò fin dalla giovinezza ai fermenti letterari del suo tempo, collaborando a periodici come  Rassegna contemporanea,  Nuova Antologia,  Lacerba,   La Voce,  Lirica  (da lui fondata nel 1912) e con le sue opere di poesia, tra cui Liriche (1907), Poemi Tragici (1908), Canti delle oasi(1909), Orchestrine (1917).  Mentre nei circoli letterari della capitale declinava il fervore per D'Annunzio, si facevano strada le nuove voci poetiche gravitanti intorno alle nuove riviste letterarie, tutte più o meno nutrite di estetica crociana: le voci del crepuscolarismo, del frammentismo, del futurismo. Onofri aderì dapprima alla nuova poetica e fu uno dei più vivaci animatori della vita letteraria, combattuto com'era fra la tensione titanica e l'anelito verso la contemplazione; poi, a un certo punto, si appartò schivo, quasi presago di dover iniziare un suo lungo, individuale viaggio interiore.

La raccolta Arioso (1921) è il primo frutto di una raggiunta aurea solitudine: il poeta è divenuto un attento ascoltatore dei moti segreti dell'anima e degli echi della memoria, un asceta raccolto nella percezione della parola interiore ‑ che già a quel tempo egli ravvisa come “rivelata” nell'antroposofia.

Da qui nasce la laboriosa attività degli ultimi cinque anni della sua vita, nei quali tenta di tradurre in arte e poesia i contenuti dell'insegnamento di Steiner.

La conoscenza delle opere di Rudolf Steiner

In seguito alla pubblicazione di Orchestrine e di Arioso il poeta, che aveva nel frattempo aderito al frammentismo, rallentò la sua produzione poetica. Venne intanto a conoscenza delle opere di Steiner del quale premise La scienza occulta nelle linee generali, nel 1924. Onofri fu il maggior esponente culturale in ambito antroposofico, egli auspicava a una resurrezione dei valori dello spirito, a carattere antroposofico, così nel tradurre un capitolo dal libro “tra Sfinge e Gral” di Ernst Uehli dedico la pubblicazione al Ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile.

Accusato di Pangermanismo e Luteranesimo si scontrò contro la corrente nazionalista di tradizione cattolica all’interno del movimento fascista maggioritario che sosteneva la latinità e l’universalità quali fondamenti della tradizione e italianità.

Dai commenti Onofri gettò le basi del libro Nuovo Rinascimento come arte dell’Io (Laterza, Bari 1925).


Il ciclo di Terrestrità al sole

Nel 1927 iniziò a pubblicare la prima delle cinque parti del Ciclo lirico della Terrestrità del sole; dell'anno successivo, 1928, è la raccolta intitolata Vincere il drago. Le altre tre parti del ciclo uscirono postume: Zolla ritorna cosmo nel 1930, Suoni del Gral nel 1932, Aprirsi fiore nel 1935. Simili a melodie rapprese in mondo, del 1929, sono 33 poesie che, nelle intenzioni dell'Autore, avrebbero dovuto far parte di Aprirsi fiore. Tutte le pubblicazioni postume furono edite per la cura della moglie di Onofri, Bice. L'intero Ciclo lirico è preceduto sia dalla raccolta poetica intitolata Le trombe d'argento, sia dal saggio poematico che ne illustra le prerogative intitolato Nuovo rinascimento come arte dell'io, 1925. Allo stesso anno risale la composizione di quasi tutte le liriche della prima raccolta del ciclo e di parte della seconda, in seguito riviste.

Il diario

Prima della sua morte riordinò cronologicamente il diario, sul quale annotava pensieri e riflessioni, suddividendolo in Selva (1909-1910), Pandaemonium (1910-1913) e Pensieri e teorie (1915-1928).

2.     Poetica

La poetica onofriana è dominata dall'idea della poesia come ascesi educatrice e dall'ideale del poeta come profeta che preannuncia i motivi ispiratori dell'arte futura, chiamato a esprimere le rivelazioni della Parola, del Logos che fa dell'essere umano “l'uomo che crea se stesso nel creato”. (Vincere il drago!, lirica 39). Onofri è il poeta “gnostico” che canta la metamorfosi interiore dell'uomo, il suo dischiudersi come bozzolo per aprirsi alla cosmicità, all'armonia fra terra e cielo; è il poeta che libera le parole dalla loro fissità lessicale per restituire loro la vita eterica da cui sono sorte: il sole è solarità, la terra è terrestrità, la pietra è mineralità.

Tra gli anni 1914 e 1921, approfondì gli aspetti compositivi che culminarono con quello che fu indicato come il 'manifesto del frammentismo in Italia', vale a dire la raccolta di poesie delle Orchestrine; in questo secondo periodo della propria poetica Onofri giunge ad una dimensione più familiare, ad una poesia come immagine al contempo pura e libera da ogni rapporto "esterno"; il poeta diviene creatore di mondi e ne è esempio la silloge Arioso.

Nel 1925 Onofri scrisse il saggio 'poematico' intitolato Nuovo rinascimento come arte dell'io in cui espresse i concetti e le teorie che sottostanno alla sua futura poesia, nota col nome di Ciclo lirico della Terrestrità del sole.

Le singole raccolte poetiche che formano il Ciclo lirico della Terrestrità del sole rappresentano le fasi di un processo di trasformazione 'per affinamento', come è ben espresso dai titoli che lo compongono: Terrestrità del sole, in cui l'uomo prende consapevolezza di quello che è e di dove si trova; Vincere il drago è il tentativo di oltrepassare l'apparenza del mondo così come lo percepiscono gli occhi carnali; Zolla ritorna cosmo è l'innalzamento dell'uomo verso la sfera metafisica; Suoni del gral intendono registrare i suoni che avvolgono il nuovo essere che, in divenire, sarà rappresentato da Aprirsi fiore.

 

La produzione di altri poeti 'metafisici' coevi non avrà né il coraggio né la temerarietà di vedute di Onofri. Forse più stile ma privi di quell'ardore che conduceva il poeta alla dimensione sacerdotale, ad incarnare in senso sciamanico il Verbo della Parola-Logos.

 

 



[1] Da wikipedia

[2] Da l’antroposofia – xenia tascabili


Sonno di Nuvole

 


1.        Sonno di Nuvole [1]

 

 

Impallidisce il cielo,

appannato d’un velo di rosa

nella brezza leggera

che non fa chiuder foglia di mimosa

ed osa

dalle palpebre stanche della sera

destar le prime stelle

in un occhieggiar vivido, che varia

quasi per ciglia invisibili, d’aria.

 

Chi fra i rami bisbiglia?

Chi sogna già, se ancora

c’è tanta luce vermiglia

che sembra un’aurora?

 

Qualcuno qui presso già dorme,

alitando in brusii vaghi notturni;

e laggiù quelle stanche nuvolette,

piene di sonno, lente

calano in rosee torme

dalle cerulee vette

per adagiarsi mollemente

lungo i fianchi della montagna

che si ruga d’ombre violette.

 

Dormiranno un sonno magico

sui giacigli delle selve

nella luce argentea che stagna

placidamente fino all’alba

sotto la luna scialba.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il tramonto è prossimo e il cielo si fa pallido, appannandosi di rosa. Un lieve venticello carezza la natura, mentre le stelle cominciano a spuntare. Una grande pace regna negli spazi infiniti e sulla terra che si prepara al sonno notturno; dall'alto alcune nuvolette stanche scendono lungo il pendio della montagna in cerca di un giaciglio per riposare. Il poeta esprime con dolci immagini il brivido di una vita occulta che pervade tutti gli esseri del creato all'avvicinarsi della sera




[1] da Arioso, Roma, Bragaglia

Rudolph Steiner - il padre dell'Agricoltura Biodinamica

 

1.     Rudolf Steiner[1]

 

Il padre dell’Antroposofia e dell'Agricoltura Biodinamica

(Donji Kraljevec, 27 febbraio 1861 – Dornach, 30 marzo 1925) è stato un filosofo, esoterista e pedagogista austriaco. È il fondatore dell'antroposofia e di un personale stile pedagogico, oltre che l'ispiratore dell'agricoltura biodinamica.
Nel 1883 Steiner si laureò alla Technische Hochschule (Politecnico) di Vienna, dove studiò matematica, fisica e filosofia dal 1879 al 1883. con Franz Brentano ( che è famoso soprattutto  per aver reintrodotta nella filosofia contemporanea il concetto di intenzionalità ).

 

In Italia la sua filosofia è stata diffusa inizialmente dai suoi primi discepoli italiani, la baronessa Emmelina Sonnino (De Renzis), suo figlio Giovanni Antonio Colonna di Cesarò e il medico romano Giovanni Colazza. Dopo la seconda guerra mondiale analoga attività fu svolta da Massimo Scaligero e dal medico milanese Aldo Barbero. Nel 1894 pubblicò il prestigioso testo Die Philosophie der Freiheit -Filosofia della libertà )

 

Dal ciclo di conferenze tenuto da Rudolf Steiner a Koberwitz presso Breslavia dal 7 al 16 giugno 1924, prese avvio e si diffuse in tutto il mondo quella che oggi è conosciuta come agricoltura biodinamica. Già allora Steiner aveva indicato le vie per evitare il degradarsi del terreno e permettere una sana alimentazione, tenendo anche conto dei nessi spirituali nei quali siamo inseriti. Da allora l'agricoltura biodinamica dà il suo contributo alla soluzione di questi problemi, oggi certo divenuti più drammatici.

"Proprio nell’agricoltura si mostra che è necessario trarre dallo spirito forze oggi del tutto sconosciute, non solo nel senso di un qualche miglioramento dell’agricoltura; il loro vero significato è quello di rendere possibile la continuazione fisica della vita umana sulla terra, dei cui frutti l’uomo deve infatti vivere."[2]

 




[1] Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

[2] tratto da: Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell'agricoltura - Editrice Antroposofica Argomento: Agricoltura biodinamica Descrizione: (Corso sull'agricoltura) 8 conf. - Un'introduzione, un'allocuzione e diverse risposte a domande; Koberwitz e Dornach: 7-20 giugno 1924

[3] www.goetheanum.org