Percorso di Alimentazione

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1.     Percorso di ALIMENTAZIONE ed ECONOMIA

Bioaccumulo  e Resilienza

 

       la sopravvivenza della specie umana è in pericolo a causa dell'inquinamento chimico

François Jacob, biologo, premio Nobel 2004

 

Da millenni Gli alimenti di cui ci cibiamo provengono da un ecosistema quanto mai collaudato, ma nel secolo appena terminato l'uomo e le sue scoperte ha creato danni della portata di cui non siamo in grado di dare risposta. Da un sistema di vita dominato dalle crude leggi della natura siamo passati ad una vita "artificiale" alterando i delicati equilibri biologici. La professione del cuoco del cameriere o di un imprenditore nel settore alimentare ha compreso già da anni che i prodotti sono cambiati, e da qualche parte i conti non tornano.

Gli interessi economici e le aberranti armi di distruzione in dotazione alle potenze mondiali contribuiscono a disegnare un quadro drammatico della vita sul pianeta. La strada che ci rimane è quella della conoscenza per comprendere, difenderci e fare qualcosa per migliorare la nostra e altrui condizione.

 

 

  1.  Il Fenomeno del Bioaccumulo

 

In molti casi i suoli presentano una capacità naturale di attenuazione dei processi di degradazione, ma quando tale capacità viene compromessa, la perdita diventa difficilmente contenibile e le risorse irrecuperabili. Dal momento che la rigenerazione del suolo, ad opera delle trasformazioni chimiche, fisiche e biologiche del substrato roccioso e minerale e della componente organica, è un processo che richiede tempi molto lunghi, (dell’ordine di 1.000 – 10.000 anni per la formazione di uno strato di 30 cm), il suolo può essere considerato una risorsa naturale limitata e non rinnovabile.[1]

Nell’immagine il fenomeno della percolazione[2]

 

2.      Provenienza e effetti

I  POP (Persistent Organic Pollutants) sostanze organiche inquinanti persistenti[3]

I ricercatori del dipartimento di Scienze dell'ambiente dell'Università di Milano hanno consegnato a una task force eco-tossicologica: una carota, di ghiaccio, estratta dal Lys sul Monte Rosa. Le indagini condotte hanno registrato la presenza di Pop. Inquinanti che sono stati banditi nei paesi industrializzati da decenni, ma le cui tracce sono state riscontrate in aree remote del pianeta, quali le vette alpine o i ghiacci dell'Artico.

A farne le spese sono gli organismi al vertice della catena alimentare, uomo compreso. Che i POP rappresentino una minaccia di lungo periodo lo dimostrano i dati sulla loro vita nell'atmosfera e la loro scarsa degradazione per l'esposizione alla luce solare. Mentre le diossine vengono completamente distrutte dai raggi Uva e quindi non durano più di dodici-quindici giorni, il cloruro di metile è attivo per almeno due anni e il tertraclorocarbonio fa danni per oltre 2000 settimane. Questo fatto è sostenuto dall'Agenzia americana per l'Ambiente. Perché i POP vengano eliminati al 50 % dai batteri, nel suolo o nell'acqua occorrono oltre 20 anni. È il terreno il mezzo attraverso il quale la biodegradazione delle sostanze clorurate non è più difficile. Anche nelle discariche, a seconda del tipo di terreno e delle condizioni di aerazione, solo una parte dei materiali biodegradabili viene effettivamente decomposta.

Molti studi rilevano la presenza dei Pop (materiali organici inquinanti, a lunga resistenza) in aria, acqua, suolo, ma anche negli organismi viventi. È inoltre dimostrato come i Pop prediligano i sistemi freddi, specie artici e antartici, dove restano intrappolati nel ghiaccio per lunghissimi periodi.
I Pop sono semivolatili, sono lipofili, ossia si accumulano all'interno dei grassi animali e hanno un'altissima persistenza, impiegano decenni per decomporsi. La temperatura dei sistemi freddi favorisce la condensazione dei Pop e ne ritarda i naturali processi di degradazione.

Nonostante ciò, stando ai risultati di alcuni studi recenti, dell'OMS, durante i primi mesi di vita i bambini nutriti al seno continuano ad ingerire quantità eccessive di sostanze nocive contenute nel latte materno. In virtù della loro buona liposolubilità , capacità di sciogliersi nei grassi, le sostanze tossiche di natura organica si depositano soprattutto nel tessuto adiposo, all'interno del quale non vengono praticamente più decomposte. 

[4]           Non solo il latte è inquinato. L'UE, infatti, sta per contare i danni delle diossine su alcuni ambienti idrici. Con il progetto   EMERGE si stanno raccogliendo i dati sulla salute dei laghi alpini  italiani,svizzeri, austriachi e sloveni, di quelli di Pirenei, Scozia, Polonia, Bulgaria, Romania, Norvegia, Finlandia e Groenlandia. Da un rapporto pubblicato dall'Agenzia Austriaca per l' ambiente, con l'Università di Innsbruck e Greenpeace, risulta che molte località delle Alpi Austriache sono inquinate da insetticidi come DDT  e esaclorobenzene, da diossine, policlorobifenili (PCB), e da idrocarburi aromatici policiclici (IPA); in alcuni casi, si riscontrano effetti di un trasporto da grandi distanze.

I POP e il cloro in particolare sono stati considerati tra i più importanti ingredienti della moderna chimica e il loro successo è almeno pari al rischio che comportano. Il cloro, composto base di migliaia di ritrovati di sintesi, presente in circa il 60% dei prodotti finiti dell' industria chimica, è usato proprio per conferire stabilità e persistenza alle molecole, aumentandone in questa maniera la probabilità di bio-accumularsi.
Se migliaia di composti del cloro sono innocui, di tanti altri non si sa quasi nulla, nemmeno l'esatto numero di quelli di nuova produzione. Secondo dati dell'EPA le stime propongono cifre variabili che vanno dalle dozzine alle centinaia e molti di questi non sono mai stati sottoposti nemmeno ai più elementari test di impatto sulla salute, come quelli di tossicità, per non parlare delle prove di bioaccumulo e di persistenza ambientale.



[1] tratto da: ARPA FVG  http://www.ea.fvg.it/

[2] www.euwfd.com/.../Groundwater-pollution02.jpg

[3]  tratto da  www.greencrossitalia.it/ - tratto da un articolo di Sergio Ferraris

[4] www.blogscienze.com/wp- content/uploads/2008/05/bimbi-piu- intelligenti-se- allattati-al -   seno.jpg

I consigli per una corretta alimentazione della Nutrice e del Neonato
GRAVIDANZA_E_ALLATTAMENTO.pdf
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1.      Perché il Bio costa ma conviene

 

Si comprende quindi che il prezzo a volta leggermente superiore dei prodotti biologici è enormemente compensato in cura all'ambiente effettuata durante tutto il ciclo produttivo, la filiera dal seme al campo.. al chicco, e al taglio anatomico, dalla mammella al latte, dall'uovo alla crema e tutti  i prodotti trasformati per Protocollo CE subiscono meno trattamenti, meno additivi, più genuinità e piu vitalità instaurando il rapporto di resilienza con l’ecosistema. Un prezzo tutt’altro che caro.

Paola Migliorini [1], Ricercatrice in  Agricoltura sostenibile e gestione del territorio   descrive i motivi che portano a scegliere i prodotti bio.

L’agricoltura biologica e’ sostenibile dal punto di vista ambientale perché mantiene la biodiversità, non fa uso di input chimici e no ogm in tutta la filiera, mantiene e aumenta la fertilità dei suoli e ha cura del benessere animale. Ma e’ anche sostenibile dal punto di vista sociale perché produce cibo di qualità, non intossica il produttore ne’ il consumatore, aumenta l’occupazione; infine anche dal punto di vista economico perché mantiene la produzione nel tempo, crea una minor dipendenza dagli input esterni e favorisce la filiera corta



[1] www.unifi.it/disat/CMpro-v-p-105.html - p.migliorini@ctpb.it

1.      Un esperimento che fa riflettere - Le tecniche di Cristallizzazione Sensibile, Dinamolisi Capillare e Cromatografia Orizzontale

 

                                     "biografia di sistemi in metamorfosi"

 

Si basano sulla valutazione qualitativa dell'immagine. Spesso si dice: " siamo ciò che mangiamo" e in larga misura è vero, ma è vero non soltanto, nè soprattutto, per il tipo e le quantità delle sostanze che assumiamo, bensì per l'essenza unitaria, sintetica, degli esseri naturali di cui ci nutriamo.
Siamo "esseri" complessi e indivisibili che si nutrono di altri "esseri", altrettanto complessi e che non si possono semplicemente analizzare nè considerare come mera somma di componenti.

Per valutare la qualità degli alimenti, non basta quindi considerare le
vitamine, proteine, gli zuccheri, i grassi, ecc... nè le loro quantità. Occorre anche cercare di capire quale sia la "fonte nutritiva" o, ancor meglio, la "carica vitale" del cibo che nella natura si manifesta in una specifica morfologia (....una mela è una mela....)
e che si esprime attraverso altrettanto specifiche forme, (impianto, rapporti e angolature...ecc) nelle immagini di Cristallizzazione, Dinamolisi e di Cromatografia.

E' intuitivo che la "carica vitale" può essere favorita da una buona coltivazione e/o trasformazione, ma è altrettanto noto che l'analisi chimica delle componenti non riesce nella maggior parte dei casi a discriminare un prodotto di qualità da un altro, se non per via "negativa", cioè certificando la presenza o l'assenza di inquinanti più o meno tossici. Dalle immagini di Cristallizzazione, Dinamolisi e Cromatografia le qualità vitali degli alimenti risultano invece del tutto evidenti, quando sono presenti e attive, mentre appare del tutto immediato (nelle immagini di dinamolisi) come prodotti di scarto e/o forzati-stabilizzati con prodotti chimici di sintesi riescano completamente a distruggere la capacità nutritiva degli alimenti.

Questo controllo di qualità per immagini, può quindi dare un indicazione preziosa sia ai consumatori che ai produttori, permettendo a questi ultimi di intervenire nel processo produttivo nel modo più adeguato al fine di migliorare la qualità dei propri prodotti e andare meglio incontro alle esigenze del mercato.

Come funziona

Il giudizio sulla qualità di un qualunque prodotto può essere ottenuto solamente per confronto e, per poter fare confronti, occorre avere un riferimento, un paradigma. Uno dei compiti più complessi e delicati di chi opera con le metodiche per immagini, come la Cristallizzazione Sensibile o, nel nostro caso, la Dinamolisi Capillare, è individuare appunto l'immagine di riferimento per ciascun prodotto: la "pietra di paragone". Per arrivarci occorre effettuare un gran numero di prove osservando il maggior numero di campioni dello stesso tipo, dei quali si conoscano le caratteristiche chimico-fisiche, lo stato di conservazione, l'origine, le tecniche produttive  e, insomma, quanto più è possibile. 
Per ogni prodotto è necessario "imparare un linguaggio" capire come si esprime nella dinamolisi e individuare il tipo di immagine ottimale, la "archetipica".

BIO FVG  e la qualità biologica intervista a Carlo e Monica -

L'Azienda Agricola Loner getta le sue basi quando il nonno Luigi Emanuele Loner, nel 1912...

Biologico in Friuli - il sito dell'AIAB

La Dott.ssa Catherine Leclerq è una ricercatrice dell'Istituto Nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione. In questo reportage spiega a che punto siamo con la sicurezza alimentare in Italia.

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